

Il titolo, in italiano, “Betty la brutta”, la dice lunga sulla vicenda che vede protagonista Betty, una ragazza in gamba, colta, sensibile, intelligente, con un unico neo: la bruttezza. Ma non sarà sempre così…
notizie ricavate da internet(telenorba)
La telenovela, prodotta in Colombia e immessa sul mercato nel 1999, ha avuto nei Paesi in cui è stata programmata uno straordinario successo dovuto, come spiegano le note biografiche della soap, “al ribaltamento degli stereotipi classici del genere, prediligendo le risate alle lacrime e basandosi su dialoghi arguti ed intelligenti”. E ancora, “E’ una storia d’amore con ingredienti molto originali che conferiscono ai protagonisti un alone magnetico in grado di coinvolgere il pubblico”.
È uno spaccato reale della società di oggi, è questo il motivo della sua popolarità, hanno sentenziato – e a ragione – i critici.
Ma gli ascolti alle stelle di BETTY LA FEA hanno anche motivazioni di carattere squisitamente tecnico, come spiegano le riviste di settore: (…) Betty la fea, nasce come programma sperimentale (…). A spaventare tanto i broadcasters era il concept del programma, che rovescia gli stereotipi del genere in maniera sarcastica e apparentemente radicale: Beatriz Pinzon, la Betty del titolo, è infatti un’eroina sui generis per una telenovela.
E alla fine, la sperimentazione ha vinto; l’originalità del tema e il modo di affrontarlo hanno avuto la meglio e Betty la fea in diverse occasioni ha oscurato persino gli incontri di calcio in tv, sport che come si sa, nei paesi sudamericani è una fede. E tanto basta.