sabato, gennaio 13, 2007

-De Mauro

La tua fronte si protende in una convessità non comune, e la persona acuta percepisce subito che lì è custodito un cervello fuori dal comune; sotto la fronte, la cui pendenza si ferma sulla linea discendente delle sopracciglia, che è come una versione soave di una maschera della tragedia, si delinea il naso fiero; è il naso di chi ascolta e parla con arguzia ed è l’unico così- il prototipo. Gli altri nasi si ispirano ad esso. Se questo naso punta orgogliosamente verso un concetto futuro di bellezza, come fosse l'avanguardia di una battaglia che l'uomo acuto intuisce si stia tramando dietro quella fronte, la bocca sembra smentire quel complotto. Nell'affiorare, al contempo brusca e soave, annuncia il miele che distillerà e consumerà: in parole, in baci, in miele. Perché se gli occhi tradiscono il corpo nell'essere una rivelazione dello spirito inciso nella carne, la bocca tradisce il corpo nell'essere una rivelazione di se stesso. Insondabili sono i misteri dello spirito e gli occhi che vedono si inquietano davanti agli occhi che vedono; ma i misteri del corpo non sono meno insondabili e la bocca, questo rovesciamento del lato interno di un corpo vivo verso l'esterno, è un piccolo scandalo permanente. La tua bocca piccolo Mauro, vista così di profilo, prima sembra negare e poi spiega e approfondisce l'informazione plastica stampata nella parte superiore della tua testa: traduce in dolcezza e amarezza ciò che è stato preannunciato in durezza e allegria. Ciò che il suo mento rifinisce in una curva fresca di felicità infantile. È soltanto il volto di un ragazzo, di questo piccolo ragazzo, minuto, che lascia uscire lo spirito dalla bocca e dispensa la vita con la luce degli occhi: un sogno che mi condanna alla felicità- perché amarlo vuol dire vivere e io voglio vivere insieme a lui. Spero che lui voglia lo stesso. P*T

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